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Tre idee per l’Appennino: Ramingus, ritornanza e gemellaggi

Negli ultimi mesi Appenniniweb.it ha gettato tre piccoli sassi nello stagno. Tre idee/provocazioni per immaginare un futuro degli Appennini, che vada oltre l’abbandono, la marginalizzazione e/o la riduzione a parco (giochi) della spina dorsale d’Italia.

Obiettivo è riconoscere il valore fondante dei luoghi d’Appennino, dei loro paesaggi (ovvero del patto sancito tra l’uomo e la natura sulle nostre montagne durante i millenni), del senso del sacro ancora racchiuso in questo scrigno da Nord a Sud, dei rapporti sociali e comunitari che hanno caratterizzato la vita di uomini e donne d’Appennino, fino all’esodo voluto o forzato.

Obiettivo è riconoscere, reinterpretare al presente e usare materialmente gli Appennini come una straordinaria miniera di senso, di valori e di opportunità sociali ed economiche.

Obiettivo è ritrovare quello che anche Paolo Rumiz ha definito “orgoglio appenninico”, senso di appartenenza a una terra, a una catena di montagne dove tutto è iniziato, la nostra storia di italici e italiani, la nostra consapevolezza del numinoso, dove si è sviluppata la nostra cultura, la nostra arte, i nostri modi di vivere, i nostri valori “di sobrietà, di risparmio, di controllo dei comportamenti che – come ha sottolineato di recente il fondatore del Censis Giuseppe De Rita – hanno origine e sede primaria proprio nel mondo appenninico”.

Le idee/provocazioni riguardano:
Il reddito di ritornanza
l’istituzione da parte dello Stato di un reddito di ritornanza per sostenere – nella prima fase di stabilizzazione – coloro che sceglieranno di tornare a vivere e a lavorare in Appennino; chi cioè, sotto uno stabilito e opportuno limite d’età, si prenderà sulle spalle il coraggio di contribuire a costruire una diversa economia montana che sia capace d’integrare tradizioni e modelli attuali di gestione, antichi saperi e moderne forme di condivisione dell’informazione, nella consapevolezza dell’influenza benefica dei luoghi e della loro bellezza sulla produzione, tentando così di gettare le basi per dar vita a un nuovo modello economico con radici e caratteri profondamente appenninici e italici.

Il programma Ramingus
L’istituzione da parte di scuole secondarie e università pubbliche di un programma di mobilità studentesca simile all’Erasmus, ma pensato per far muovere gli studenti lungo le vie interne d’Appennino, che potrebbe chiamarsi il Ramingus. Un modo comunque per metterli a contatto diretto per alcune settimane o per mesi, con i diversi modi di vivere delle aree interne, con la cultura appenninica e con esperienze imprenditoriali antiche e moderne. Il Ramingus dovrebbe realizzarsi con spostamenti prevalentemente in cammino, seguiti da guide specializzate e con gli studenti ospitati in moderni hospitales, come accadeva nelle antiche vie, così da sostenere contemporaneamente anche una nuova forma di economia lungo i percorsi dei “raminghi”.

I gemellaggi e le alleanze tra città e montagna
Il sostegno alla realizzazione di gemellaggi tra aree urbane (città, o loro quartieri) e paesi d’Appennino, da concretizzarsi in patti di collaborazione.
I patti dovrebbero riguardare l’istituzione di gruppi d’acquisto da parte di cittadini nei confronti di aziende che producono nell’area montana prescelta e che – considerando il rapporto diretto di fiducia da instaurare – fornirebbero garanzie e standard di qualità superiori alla media. I patti farebbero poi riferimento a scambi culturali per consentire ad associazioni e singoli abitanti dei paesi di diffondere in città, con iniziative mirate, idee, valori, tradizioni relativi al patrimonio di saperi della montagna e al modo di vivere in Appennino. Allo stesso tempo i paesi appenninici sarebbero chiamati a ospitare analoghi incontri e scambi con associazioni cittadine di natura sociale, culturale, o tecnica, utili comunque all’arricchimento di esperienze e alla crescita reciproca.
Infine nei patti di collaborazione dovrebbe trovar posto un mutuo scambio di ospitalità: dai paesi alle città per motivi di studio, per esigenze legate a cure o ricoveri ospedalieri, o per semplici periodi di vacanze, e viceversa dalle città ai paesi per soggiorni, vacanze, periodi di studio, residenze creative, collaborazioni con aziende locali.

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