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A Natale tornano i Sanniti, in libreria i Figli del Toro

Chi guarda all’Appennino come a una terra vuota si sbaglia di grosso. L’Appennino è pieno: pieno d’anima, di divinità, di possibilità, di storie e infine di epica.
Ce lo ha ricordato, con straordinaria efficacia, un molisano, ovvero un italico doc, Nicola Mastronardi, con il suo primo romanzo storico scritto qualche anno fa sulle gesta dei popoli italici. Il romanzo s’intitola Viteliù (Edizioni Itaca, 2012), e appenniniweb.it se ne è già occupato.
La storia racconta di un vecchio guerriero, Papio Mutilo, un nonno cieco, che si fa accompagnare dal nipote Marzio lungo la via che da Roma conduce al Sannio, in un viaggio iniziatico e di formazione nel meraviglioso, rustico, duro e orgoglioso Appennino dei Sanniti e degli altri popoli italici che osarono opporsi a Roma e alla sua espansione.
E’ stato un piccolo grande successo letterario, ma soprattutto è un libro che ha affascinato migliaia di lettori facendoli innamorare di nuovo delle terre degli italici, delle terre appenniniche.

Dunque, anche per questo, la fatica letteraria di Nicola Mastronardi non poteva finire con Viteliù.

Il cammino degli italici continua e a dicembre esce Figli del Toro (Volturnia Edizioni) che promette di essere ancora più avvincente –  se possibile – dell’esordio. Il toro, occorre dirlo subito, è l’animale totemico dei Sanniti, seguito nel ver sacrum, nella grande migrazione, che dal lago di Cotilia li portò a spingersi verso Sud e poi a scontrarsi con la nascente potenza romana.

A volte – scrive Nicola Mastronardi presentando il suo nuovo libro – i personaggi ti prendono la mano e vivono di vita propria. Non puoi farli vivere e morire come e quando ti pare. Una volta che esistono devi rispettarne il carattere, le pulsioni, il ritmo vitale. Esistono, appunto. E allora accade spesso che ciò che avevi pensato per loro non vale più; tutto deve scorrere come essi, creature vive, desiderano e a volte pretendono.
A volte anche i romanzi ti prendono la mano. Volevo farne solo due dopo Viteliu. E invece no. La Storia che ho deciso di raccontare – quella con la Esse maiuscola, quella accaduta nella realtà – è talmente bella, viva, dolorosa e epica che non si può non raccontarla tutta, nei dettagli.
Sono decine e decine gli episodi che non si possono omettere: sarebbe un delitto contro di “loro” .
Anni fa ho avuto la ventura di scegliere di raccontare la Storia di Sanniti e Italici che oggi so essere magnifica, esaltante, tremenda ed emozionante, straordinariamente adatta a romanzi e film, come non immaginavo nemmeno. Ora, dunque, non sono più io a scriverla ma è essa stessa a comandare dettando ritmi e lunghezze, inizio e fine dei capitoli.
Allora i libri dopo Viteliu son diventati tre. E questo è il primo.
Io credo che gli scrittori si illudano di essere gli autori di personaggi e dei libri. Forse per molti è così. Ma questo non è il mio caso.
Con profondo amore per la Terra che mi ha generato.

Figli del Toro. Da dicembre in libreria, o prenotabile sul web.

 

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