Montagne di libri

Il ragazzo delle nuvole, dall’Appennino al K2

Chi era Stefano Zavka? A Terni e non solo, tanti lo ricordano per le sue imprese alpinistiche e per la sua drammatica scomparsa dopo aver raggiunto la vetta del K2. Sono passati quasi dieci anni da quel giorno. Ora è in uscita un libro su di lui, il primo. Non la biografia di un campione, non la cronaca delle sue imprese. “Salire con Stefano Zavka” di Lorenza Moroni (edizioni Ricerche&Redazioni) è un libro intenso ed essenziale. E’ la storia di un’amicizia profonda, di vite ordinariamente straordinarie. E’ una storia che parte da una città di pianura e va in cerca di libertà e di vita. O meglio, come scrive l’autrice: “È lo sguardo che va oltre le ciminiere, il sorriso che spacca il cielo, il calore del fuoco in inverno”. Il sorriso di Stefano Zavka, la sua crescita come uomo e come alpinista. La vita di “un ragazzo appeso alle nuvole”, una vita in salita, raccontata dalla sua migliore amica e compagna di avventure montane, a cuore aperto, senza ipocrisie, con gioia mista al dolore.
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Il libro si articola in tre parti, tutte giocate sul tempo, la presenza e l’assenza del protagonista. “Nella prima parte – dice Lorenza Moroni –  racconto le ore convulse e tragiche che hanno preceduto e seguito la notizia della scomparsa di Stefano; nella seconda come è nato e come si è sviluppato il nostro rapporto; infine la terza sezione del libro è in sostanza il diario del nostro nuovo modo di stare insieme, visionario e non, spirituale e reale, nel presente e nel futuro, con continui richiami, però, al passato, alla storia della nostra amicizia”. Ne emerge l’avventura umana di un ragazzo timido, riservato, straordinariamente sensibile che cresce e sale poco a poco, con fatica, come nelle sue ascensioni montane. Un ragazzo con il quale l’autrice condivide “lo stesso senso dell’onestà e dell’ingiustizia, le stesse cose che ci facevano incazzare, lo stesso fiuto per chi non era autentico, per chi giocava il suo ruolo e solo quello, per l’ipocrisia”.

Stefano principiante, Stefano impacciato, (“Eravamo in pochi ad essere attratti da quel tuo modo di fare, al di sopra delle righe, oltre il convenzionale, al di fuori da ogni logica e, soprattutto, poco, decisamente poco figo”). Stefano fratello nei momenti difficili della vita, Stefano che trova il sentiero, che diventa la prima guida alpina dell’Umbria, che – da alpinista del Centro Italia – si mette in evidenza per ascensioni uniche, come la prima in solitaria della Farfalla sul Gran Sasso.

“Avvicinandoci al rifugio Stefano mi disse che non voleva dire a nessuno della salita. Perché? Chiesi io, per quale motivo, hai fatto una cosa importante, si deve sapere. Perché mi scoccia sembrare presuntuoso, in fondo cosa cambia se si sa”.

Terni ricorda Stefano Zavka in molti modi, con la sezione del Cai cittadino, con l’associazione che porta il suo nome e che organizza il Festival Vette in Vista. C’era dunque bisogno anche di un libro? “Forse sì – risponde l’autrice, oggi insegnante di lettere a San Gemini – perché è giusto raccontare Stefano com’era, come viveva la montagna e più in generale la vita, per condividere con altri le tracce che ha lasciato”. Chi era Stefano Zavka, dunque? Era il ragazzo delle nuvole, dalla faccia sincera, incapace di ipocrisie, come le montagne che amava tanto, anche quelle di casa. Capace di testimoniare, con la sua vita, che un altro mondo è possibile, a Terni, sui Sibillini, sui Martani, come sulla cima del K2. E quel mondo è nel sorriso di Stefano oltre che nelle parole di chi lo ricorda.

Venerdì 26 maggio alle ore 17.30 “Salire con Stefano Zavka” sarà presentato al Caos di Terni.

I compensi per diritti d’autore saranno interamente devoluti dall’autrice al dispensario medico “Lorenzo Mazzoleni” di Askole (Pakistan), unico presidio medico-sanitario a disposizione degli abitanti dell’intera regione.

 

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