Vette in Vista, ecco l’Appennino
“Tutte le mattine abbiamo una vetta da scalare, anche in città”. Lo diceva agli amici Stefano Zavka. Era la sua filosofia di vita, semplice, gioiosa, ma consapevole delle difficoltà che ogni giorno bisogna superare con fatica, con impegno, sul K2 come in Valnerina, sulla montagna più difficile, oppure in famiglia o nel lavoro. Per ricordare il giovane alpinista ternano, il suo modo di affrontare le montagne e la vita, torna Vette in Vista, il festival dedicato alla montagna e all’esplorazione. Cinema (in collaborazione con il Trento Film Festival), conferenze, incontri, testimonianze di vita in montagna e di viaggio da giovedì 25 a domenica 28 gennaio, al Caos, da dove, pur al centro della città, ci saranno molte vette in vista, lontane e vicinissime. Così, come nell’avventura di Stefano Zavka, si partirà dalle familiari montagne d’Appennino e si arriverà fino al K2. Magari a piedi, o con mezzi pubblici, come ha fatto Gian Luca Gasca, reporter e scrittore di montagna che a Terni (giovedì 25) racconterà la sua lunga marcia dall’Italia al campo base del K2. “Sarà bello essere a Vette in Vista per il decennale del Festival per onorare la memoria di Stefano, un alpinista appassionato, con la coscienza del rischio che si corre in montagna, ma sempre con l’obiettivo non di conquistare una vetta, quanto di vivere un sogno”. Un sogno sono anche i viaggi di Gasca, quello con destinazione K2 voluto dal Cai nell’anno del turismo responsabile, o come l’altro che lo ha portato a percorrere tutti gli Appennini a piedi. Un’esperienza narrata nel libro “Mi sono perso in Appennino” (Ediciclo) che uscirà in marzo. “Un Appennino ferito, dal terremoto e dall’abbandono, una terra sfruttata e spesso presa in giro, dove sono rimasti in pochi a cercare di creare delle prospettive, a vedere una luce”. “Eppure – dice Gian Luca Gasca – gli Appennini sono bellissimi e svelano luoghi selvaggi che non si trovano più neanche sulle Alpi”.
Luoghi percorsi pure dallo scrittore Paolo Rumiz. Per lui gli Appennini sono i monti naviganti nel Mediterraneo, osservati dal finestrino di una Topolino, in un viaggio lento e straordinario, tra paesaggi naturali e umani. Dal suo libro di successo è nato un lungometraggio che sarà presentato al Caos venerdì 26 con il regista Alessandro Scillitani.
Appennini, dunque, al centro della scena, montagne da vivere e da studiare, anche all’università, come nel caso della sede di Rieti del corso di Scienze della Montagna, uno dei due in Italia. “Si scommette sul proprio futuro e su quello delle terre alte”, dice Tatiana Marras che ne parlerà al Caos venerdì 26 insieme a docenti e studenti di Unitus e Unimont. “Per il lavoro in montagna ci sono possibilità se si recuperano attività tradizionali con strumenti innovativi”. Qualche esempio? Le esperienze di Zafferano e dintorni, del Gruppo api sparse, di Boschi vivi, imprese giovani in quota che saranno presentate a Terni come buone pratiche, esempio per i futuri dottori in scienze della montagna.
“Quest’anno abbiamo deciso di dare più risalto agli Appennini e al futuro della montagna, non solo nello sport, ma come risorsa economica e culturale”, dice Rita Zavka, mamma di Stefano e organizzatrice dell’evento insieme al Cai e all’associazione che porta il nome del figlio. Ma ci sarà spazio anche per l’alpinismo di esplorazione (sabato 27), per la proiezione di dieci film di montagna, per escursioni guidate (domenica 28 nelle gole del Nera) e per la musica con il coro Terra Majura e una composizione speciale degli allievi del Briccialdi dedicata al mondo della montagna che piaceva tanto a Stefano, privo di retorica e pieno di bellezza, con regole dure, ma chiare, capace di prendere, ma anche di dare, con onestà.
Vette in Vista al Caos dal 25 al 28 gennaio. www.caiterni.it.
Per Il Messaggero Umbria 20.1.2018