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Una lettera di Natale: la montagna e l’elogio del silenzio

“Dopo una estate piena e faticosa, ora la Romita è vuota e riposa, isola bianca nel verde dei boschi, avvolta, solitaria, nel silenzio e nella bellezza del paesaggio. A me l’onore di tenerle compagnia. In estate canto prima dei pasti attorno alla mensa sotto il cedro del Libano, a dicembre silenzio dinanzi al fuoco”.

Bernardino è un frate francescano; dal 1991 vive alla Romita, antico convento frequentato da San Francesco nel 1213, al centro dell’Umbria, sui monti Martani, in un luogo selvatico, lontano dalle strade, dall’energia elettrica, dall’acqua corrente, dal vociare continuo, dalle chiacchiere e dai social. Molto più vicino al cuore, quello della natura, soprattutto. Bernardino, insieme a tanti volontari ha restaurato questo grande convento di montagna, protetto da un maestoso cedro del Libano e, pian piano, ha ridato voce alle pietre.
Ogni Natale, invia una lettera a chi frequenta la Romita. Quella di quest’anno è anche un elogio della solitudine e del silenzio.

 

“La Romita – scrive Bernardino – da sempre è un eremo sulla montagna: la solitudine e il silenzio fanno parte della sua storia, identità e spiritualità. Sento di trovarmi nel posto giusto. Anzi mi sento fortunato. Chi infatti nella società del traffico, delle masse e dei rumori, ha tanto spazio e tanto tempo a disposizione come li ho io sulla montagna?”

“Solo con me stesso, con Lui, con gli animali e con il bosco? Dopo le migliaia di persone passate nei mesi estivi, star da solo e in silenzio nei mesi invernali è un bisogno. Ritempra e prepara alla prossima primavera. La Natura stessa ci invita in autunno e in inverno a rallentare il ritmo”.
“E’ saggio ascoltare la propria anima per sapere di che ha bisogno; avere l’umiltà di riconoscere i propri limiti e il coraggio di fare scelte radicali. Ci fa bene volerci bene, prenderci cura di noi stessi.(“Ama il prossimo tuo come te stesso“). Star da soli e in silenzio (dando spazio alla preghiera, alla lettura, alla meditazione e alla contemplazione): un tempo per stare in intimità con se stessi e conoscersi. Per essere se stessi”.

“Se non sei te stesso, non sei nessuno. Nel chiasso e nella confusione rischiamo di perderci. Ciascuno di noi è unico, irripetibile e originale, ma rischiamo di diventare massa, ripetitivi e fotocopie. Stare da soli e in silenzio ci aiuta a conservare la nostra dignità, identità e forza interiore. Contro la massificazione, l’omologazione ed il pensiero unico”.

“Francesco di Assisi, uomo della strada e della gente, si ritirava per lunghi periodi in luoghi solitari e silenziosi: abbandonava la città, e, libero e sicuro, si rifugiava nel segreto della solitudine, per ascoltare, solo e nel silenzio”.

“A molti invece la solitudine e il silenzio creano disagio e sofferenza. Come un carcere dal quale evadere. Di qui la tendenza a stare continuamente connessi con Tv, smartphone, FB, Twitter. Ma chi cerca di evadere, è libero? Si può star bene senza sentirsi liberi? La forma più pesante di solitudine è quando non siamo capaci di stare da soli, di stare bene con noi stessi”.

Bernardino sta alla Romita di Cesi dal 1991. Da allora tanta gente è passata di lì, per i sentieri di Francesco. Non solo non si è portata via la sacralità e la splendida solitudine di questo luogo, ma ognuno che è passato ne ha aggiunto un pezzo in più.

Se volete leggere l’intera lettera di Natale di fra Bernardino, la trovate qui: Lettera di Natale del 2017

Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà
Bernardo di Chiaravalle

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